giovedì 10 febbraio 2011

CONTINUA - IL CONTESTO (MA FORSE NON L'UNICO)

(qui gli antefatti)

La foto l'ho presa qui

In effetti l'idea era di contestualizzare un po' gli avvenimenti, ma cominciamo male, con una divagazione.
La foto qui sopra si riferisce al Denver Art Museum, che risale al 1971 ed è stato progettato da Gio Ponti; per essere precisi si tratta del North Building, dato che nel 2006 è stato aggiunto l'Hamilton Building. In effetti l'architetto e designer milanese ha realizzato qualcosa anche qui nella capitale, la Scuola di Matematica nella Città Universitaria, un esempio del Razionalismo degli anni '30.






Come siamo arrivati a Gio Ponti? è semplice: ha progettato anche la chiesa di San Luca Evangelista a Milano, quella della foto della cresima. Non ricordavo, ma adesso che ci penso, in effetti, si percepiva all'epoca un certo orgoglio di quartiere per il fatto di avere una chiesa all'avanguardia. Ho riscoperto l'autore della chiesa girovagando sul web e imbattendomi in questo pdf edito dalla Parrocchia di San Luca per il cinquantenario; vi si parla, di Gio Ponti e della realizzazione della chiesa, a partire da pagina 61. Si parla anche di Don Egidio, che è presente nella foto da cui è partito tutto; di lui ricordo che era piuttosto temuto, da noi ragazzini che frequentavamo la parrocchia per il catechismo; un tipo deciso e, ricordando i commenti delle madri dei ragazzini, anche decisamente piacente.
Comunque ecco la chiesa adesso, ai tempi di Google Maps e di Street View:

  (visto che alla fine ho contestualizzato?)

Sul retro del complesso, e cioè su via Jommelli, si nota, a parte il divieto di parcheggio, il campo di pallacanestro:
Non ricordo se esisteva all'epoca; in effetti non ero un gran frequentatore della parrocchia, ma ricordo che c'era la sala che fungeva da auditorium, nella quale alle feste comandate venivano proiettate pellicole di tema religioso; credo di aver visto lì Marcellino Pane e Vino, film spagnolo del '55 e soprattutto Morte in Vacanza (Messico, 1960); indimenticabili, per un ragazzino sui dieci anni, alcune scene, quella con le bancarelle con i teschietti da acquistare e portare a casa, e verso la fine, la grotta con milioni di candeline (una per ogni essere umano): lì la Morte dava dimostrazione al protagonista del film di come fosse sua facoltà porre fine alla vita di un qualunque uomo sulla terra, semplicemente spegnendone la candelina corrispondente.
Cosa posso aggiungere? In quella stessa strada c'è la Casa di Cura Santa Rita, nell'occhio del ciclone uno o due anni fa per pazzeschi episodi di malasanità; in quella clinica venni operato 2 volte nel giro di 20 giorni, prima di adenoidi e poi di appendicite.