«Il tempo non esiste, è solo una dimensione dell'anima. Il passato non esiste in quanto non è più, il futuro non esiste in quanto deve ancora essere, e il presente è solo un istante
inesistente di separazione tra passato e futuro.»
(Sant'Agostino)
Agostino nacque in Africa, figlio del consigliere municipale di Tagaste, diventò in seguito patrono di diverse località fra le quali Cassago Brianza e Ostia. Una sintesi magari un po' incompleta della vita di questo fondamentale pensatore, poi vescovo e santo; ma, se ci si pensa, più che sufficiente per accompagnare la massima su esposta, nella quale il filosofo mette in discussione il concetto di tempo.
Un pensatore lombardo nostro contemporaneo, SuperG, interviene sull'argomento in una delle sue memorie (su inestetismi.blogspot.com) a seguito del mio intervento nel quale asserivo di non fidarmi degli orologi. L'autore (fondatore a suo tempo, tra l'altro, del gruppo No Chrono, col quale su Facebook promulga la sua teoria sul tempo applicandola in ambito sportivo) descrive in forma di parabola un episodio attraverso il quale credo voglia trasmetterci questo concetto: non è il caso di fidarsi nemmeno dei calendari. Trovo la problematica alquanto interessante, e comunque più complessa rispetto al problema degli orologi; un'osservazione che posso fare è che la tendenza dei calendari (parlo di quelli da parete o da tavolo) a cambiare con una determinata frequenza giorno, o mese (a seconda della loro tipologia) ha comunque bisogno della collaborazione umana; secondo il mio modesto parere questa tendenza dell'uomo moderno a strappare il foglietto, o girare la pagina del proprio calendario con una certa regolarità, non è altro che un ulteriore aspetto dell'ansia consumistica che ci corrode.
Uno dei tanti automatismi dei quali, ormai incosapevolmente, siamo rimasti prigionieri.
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